Questo video è apparso in rete qualche mese fa, è uno spaccato di un gesto quotidiano che un passante ha deciso di catturare mentre girovagava alla ricerca di una piccola stazione ferroviaria di campagna per qualche motivo, forse per fare delle riprese per un progetto.
Cercava una stazione e ha trovato qualcos’altro.
Un capostazione, una ragazza, che al termine di una sosta, saluta il treno con un gesto dolce, melanconico, anche oltre il ragionevole lasso di tempo, fino allo scomparire delle carrozze all’orizzonte.
Il ragazzo ha chiesto a Miyako, questa ragazza, il perchè indugiasse nel salutare il treno partenza in questo modo: lei molto timida ha risposto candidamente che è perchè pensa che sia qualcosa di dovuto.
I gesti di congedo dei capostazione, non solo in giappone ma dappertutto, sono parte delle procedure di sicurezza, non ci facciamo più nemmeno caso mentre saliamo distrattamente sulla carrozza che ci porta al lavoro, all’università o in viaggio.
Questo post ha molto di personale. Ogni volta che vedo questo video quando arriva il momento di salutare non riesco a trattenere le lacrime e non so darmene il motivo. Forse il distacco ha su di me un ascendente particolare; più facilmente mi emoziono davanti al gesto gentile di un capostazione che facendo il suo dovere esprime tutta l’essenza dell’omotenashi giapponese, centinaia d’anni di tradizionale senso dell’ospitalità e del rispetto verso il lavoro e gli altri, che portano a salutare con affetto colleghi e viaggiatori in partenza verso altri luoghi.
Un gesto di grande bellezza, mi scuote l’anima.
Dove
Se volete assistere di persona a questa scena, visitare la stazione di Hokkeguchi non è difficile: si trova nella prefettura di Hyogo, non lontano da Himeji.
La stazione in sè sembra uscita dalla Città Incantata di Miyazaki: piccola e immersa nel verde dei campi circostanti è una fermata rurale sulla linea Hōjō.