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La storia di Expo in Giappone – l’esposizione di Osaka 1970

Se Parigi è il luogo di culto in cui è nata l’esposizione universale e l’organo che la controlla, il Giappone è uno dei suoi satelliti principali.

Per più di una volta il ministero e gli enti nazionali del turismo nipponico hanno utilizzato la vetrina di Expo come una lente di ingrandimento sul progresso tecnologico nazionale, sullo sviluppo economico e turistico. Da qui nasce la leggenda di Expo 1970, una delle edizioni più importanti dell’esposizione universale.

Expo 1970

Scopriamo insieme tutti i dettagli sulla storia di Expo in giappone, sull’esposizione di Osaka del 1970 e sulle altre esposizioni – universali e non – che si sono tenute in Giappone.

1. La storia di Expo 1970

L’esposizione universale di Osaka del 1970 ha mantenuto il record di “expo” con maggior numero di ingressi fino a Expo 2010 a Shanghai. Fino a quel momento, i 64 milioni di paganti erano stati un record mai battuto da nessun altro paese.

Expo 1970 è stata la prima esposizione universale tenutasi ad Osaka. Una manifestazione storica che mosse in avanti la locomotiva del paese, mettendo in risalto – citando il grande e compianto Pio D’Emilia – di come il Giappone fosse “in corsia di sorpasso”.

Assegnata dalla BIE nel 1966, per la realizzazione di Expo 1970 furono investiti oltre 650 miliardi di yen dell’epoca, costruiti oltre 100 km di ferrovie, realizzate grandi opere pubbliche tra cui strade, autostrade e linee ferroviarie. Il porto di Osaka è una di quelle infrastrutture nate proprio grazie all’esposizione universale.

Il grande boost che Expo 1970 portò con sé fu senza precedenti.

L’indotto dell’esposizione fu di circa 3.5 trilioni di yen, una cifra che ad oggi corrisponderebbe a 67 miliardi di Euro, maggiorando di oltre 220,000 i posti di lavoro.

2. I temi di Expo 1970

Se Expo 2025 si terrà a Osaka, gran parte lo si deve a questa edizione storica dell’esposizione. In un mondo in piena guerra fredda, il Giappone tolse il velo alla sua innovazione e alla sua grande potenza economica.

Il tema dell’epoca dell’epoca fu “Progress and Harmony for Mankind”, letteralmente “progresso e armonia per l’umanità”, un – forse – involontario parallelismo con lo sfavillante Showa Jidai (昭和時代) – o periodo Showa – una delle più importanti e longeve epoche del calendario giapponese.

Esattamente come nel caso dei temi dell’Expo 2025, l’organizzazione incentrò lo show attorno a quattro pilastri principali:

  • valore alla vita
  • utilizzo della Natura
  • organizzazione della Vita
  • comprensione reciproca

Il primo pilastro fu ciò che gettò le basi per temi relativi alle nascite, alla salute, all’importanza degli hobby. Si parlò di natura in maniera meno forte rispetto a oggi, parlando di energie. Al terzo punto vestiti, case, cibi e mezzi di trasporto avveniristici la fecero da padrone mentre all’ultimo punto furono considerati lingua, mass media e giornalismo, comunicazione, arte e famiglia.

3. Il parco dedicato a Expo 1970

Uno dei grandi lasciti di Expo 1970 è quello di aver contribuito al restyling della geografia della città economicamente più rilevante del Kansai. 

Al pari di grandi eventi occidentali come le Olimpiadi del 92, Expo 1970 ha lasciato tanto alla città anche dal punto di vista infrastrutturale. E il Parco di Osaka, con i suoi 260 ettari di estensione, resta – oggi – un grande attrattore turistico.

Lì dove c’erano i padiglioni sorge il parco, progettato da un team capitanato dall’ingegnere Kenzo Tange. Nel parco è presente l’Osaka Expo ‘70 Stadium, casa del Gamba Osaka, squadra militante nella Meiji Yasuda J1 League e due volte campione nazionale.

OItre allo stadio che è stato la casa di Endo, centrocampista col vizio del gol, il parco parco ospita tante altre opere artistiche di rilievo, tra cui il Minpaku – il museo nazionale di etnologia di Osaka – e la Torre del Sole (太陽の塔, lett. Taiyō no Tō), opera architettonica progettata da Taro Sakamoto e che a Marzo 2018 è stata aperta al pubblico dopo 43 anni.

Per chi invece preferisce un intrattenimento moderno c’è il LaLaport Expocity, un parco commerciale costruito all’interno del parco con un acquario e un cinema IMAX.

4. Il ruolo di Expo 1970 nella cultura pop giapponese

Il fervore che si respirava nei giorni di Expo 1970 è palpabile nella cucina del Giappone a decenni di distanza: l’evento respira la magia Showa, sempre più difficile da trovare nelle città nipponiche. E infatti, la kermesse del ‘70 vive in alcune rappresentazioni artistiche di cultura pop giapponese, quali:

  • 20th Century Boys, opera di Naoki Urasawa
  • Crayon shin-chan
  • il film Gamera vs. Jiger del 1970, che fu pubblicizzato in occidente come “Mostri invadono Expo ‘70
  • la canzone Tower of the Sun degli Shonen Knife 
  • la Torre di Arenipoli dei Pokémon, ispirata alla Torre del Sole
  • il gruppo di musica sperimentale Expo ‘70  composto dai compositori Justin Wright e Julian Peeke

Quanto a 20th Century Boys, Expo 1970 viene utilizzato è un elemento cruciale del setting dell’opera, rappresentando nostalgicamente quel momento di prosperità finanziaria e di crescita incredibile, proprio del periodo della “bolla” economica giapponese di quegli anni, di cui ci sono diversi film e libri .

Per concludere, il lascito di Expo lo si vede in tante altre opere Made in Japan, come episodi di Kamen Rider o nel film di Robert Lepage del 1998, in cui Anne-Marie Cadieaux nel personaggio di Sophie tenta di sfondare come attrice a Osaka. Entrambe le opere citate, ovviamente molto distanti tra loro, sono accomunate dal setting: l’esposizione.

5. La storia di Expo 2005 ad Aichi

Dopo il grande successo del 1970 che ha reso Expo 1970 un fenomeno cult, il circus  dell’esposizione universale ritorna in Giappone, nella prefettura di Aichi. La regione che ha dato i propri natali a Sion Sono e a Kazuchika Okada, ospitò Expo 2005 a Nagoya, più precisamente agli Eastern Hills per un’area di 173 ettari di terreno.

L’esposizione, con un Giappone all’epoca più difficilmente accessibile di oggi e alle prese con lo scoppio della “bolla economica” nella prima delle sue “Lost Decades”, riscosse un successo più modesto rispetto a quella del ‘70. Ma gli echi di quella grande fiera, risuonano ancora oggi.

E nonostante i due fattori si commisero in un turismo interno o estero poco prolifico, l’esposizione fu un successo: 15 furono i milioni di visitatori attesi per l’evento. 22 milioni fu il numero finale di ingressi a Expo 2005.

I temi dell’epoca erano importanti per la società giapponese e si accompagnavano ad argomenti di alta portata, come quello dell’ambiente, di grandissima attualità.
Oggi il Giappone è un paese piuttosto attento all’ambiente, ma ha dovuto affrontare decenni di inquinamento e di misure governative per porre un freno all’inquinamento derivante dal processo di sfrenata industrializzazione del paese.

I temi di Expo 2005

Il macrotema di Expo 2005 era intitolato Nature’s Wisdom, la saggezza della natura. Il tema principale fu poi suddiviso in tre ambiti:

  • La matrice della natura
  • L’arte della vita
  • Lo sviluppo delle Eco-comunità

Oltre alle problematiche legate all’ambiente e all’inquinamento, quell’Expo fu permeato della rapida ascesa della Information Technology, di processi di globalizzazione, di partecipazione del cittadino e gruppi alla vita della comunità e alla diversità culturale.

Tema particolarmente importante durante l’evento, caro a noi, ma ancor di più al Giappone, era quello della Silver Society: il welfare e le soluzioni di caring per un mondo più curato e con una medicina più sviluppata, e con una media anagrafica sempre più alta. Ancora oggi le statistiche ci dicono come Germania, Italia e Giappone ricoprano i primi tre posti al mondo per media età.

6. L’esposizione tematica di Tsukuba del 1985

Abbiamo visto come il Giappone abbia utilizzato l’esposizione come una bussola attorno a cui costruire infrastrutture. Lo hanno fatto sia nel caso dell’esposizione del 70 che in occasione di quella del 2005.

Anche per quello che riguarda l’esposizione di Tsukuba dell’85 fu la stessa cosa. Non  una vera esposizione universale, ma una esposizione tematica: un evento tematico che nel caso di Tsukuba ‘85 non poteva che avere un tema: quello della scienza e della tecnologia.

Non poteva che essere così, del resto se nei primi anni del 2000 il paese veniva visto come un colosso tecnologico per la presenza di un grandissimo apparato industriale composto dalle Panasonic e dalle Honda di turno, immaginate quale potesse essere la percezione della tecnologia giapponese a cavallo tra la fine del periodo Showa e l’inizio del periodo Heisei.

Expo ‘85, (際科学技術博覧会, lett. Kokusai Kagaku Gijutsu Hakurankai) fu la Expo del Jumbotron, il megaschermo che viene utilizzato oggi nei palasport per mostrare le azioni sportive riprese in camera.

Come andò Expo ‘85 a Tsukuba?

Expo ‘85 a Tsukuba accolse circa 20 milioni di curiosi. Oltre al Giappone, quell’esposizione accolse altri 110 paesi, 3 organizzazioni (OECD, Nazioni Unite e Unione Europea, allora CEE) e 18 aziende, principalmente giapponesi.

Il tema “Dwellings and surroundings – Science and Technology for Man at Home” fu ospitato in un’area che si estendeva per 102 ettari. La mascotte fu Cosmo Hoshimaru e lo stand italiano fu progettato dallo studio Sartogo.

7. L’esposizione tematica di Okinawa del 1975

Expo ’75 (沖縄国際海洋博覧会, lett. Okinawa kokusai kaiyou hakurankai) fu l’esposizione specializzata – riconosciuta dal Bureau, come tutte le altre – a tema etnografia, pesca e tecnologia (marina).

Questo evento durò circa 6 mesi (Luglio 1975 – Gennaio 1976) e si svolse a Okinawa, arcipelago giapponese al sud del Kyushu e paradiso tropicale che ospita alcune delle spiagge più belle del paese.

Il tema dell’esposizione fu peculiare, “cose che vorremmo vedere dal mare” dedicato alla tecnologia e al progresso legato alle tecnologie del mare. Sebbene non un un grande successo commerciale come la precedente, sull’isola principale di Okinawa – quella di Naha – c’è ancora un parco visitabile gratuitamente con alcune attrazioni a pagamento.

Come andò Expo ‘75 a Okinawa?

Raccogliendo circa 3 milioni di visitatori per tutta la durata dell’evento, la fiera fu organizzata in più cluster e a farla da padrona furono le aziende giapponesi, che dopo il grande successo della kermesse del 1970, la fecero un po’ da padrone in questa occasione.

Non fu un Expo particolarmente ricco di ospiti internazionali e solo pochi paesi parteciparono con un padiglione dedicato:

  • Stati Uniti
  • Unione Sovietica
  • Iran
  • Italia
  • Australia
  • Canada

Eh sì, c’eravamo anche noi! E grazie alla nostra presenza a questo evento possiamo dire di essere uno dei pochi paesi ad aver sempre preso parte ad una manifestazione di Expo in Giappone!

La storia di Expo in Giappone – l’esposizione di Osaka 1970 ultima modifica: 2025-09-16T14:45:45+02:00 da Marco Di Martino
Marco Di Martino
Marco Di Martino
Affascinato dal Giappone, specialmente da chi lo abita. Marketer di professione, è un apprendista videomaker e fanatico di comunicazione, sia essa scritta, audiovisiva o numerica.

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