Anche questa microstagione come la precedente si riferisce a una fiorente industria giapponese del passato. Nel periodo Edo, il benimochi, prodotto dalla fermentazione del cartamo e solidificato in una forma rotonda, veniva venduto a un prezzo così alto che si diceva fosse più prezioso dell’oro.
26–30 Maggio
紅花栄 Benibana sakae : Il cartamo fiorisce
Il cartamo è una pianta annuale che può crescere fino a un metro, viene chiamato anche zafferanone e si riferisce al colore giallo dei fiori delle piante di questo genere e il nome botanico Carthamus tinctorius al fatto che si può utilizzare per tingere stoffe e carta. Il cartamo è giallo brillante quando fiorisce all’inizio, ma diventa gradualmente rosso man mano che cresce.
Dalla corolla del fiore si estraggono due colori (il cremisi ed il giallo) che furono apprezzati fin dall’antichità come coloranti per stoffe e tessuti e veniva utilizzato per tingere seta e lana.
La raccolta avviene cogliendo le corolle: i petali vengono raccolti al mattino presto quando le spine sono ancora morbide per la rugiada mattutina e con questi vengono formate delle “polpette” che vengono messe a essiccare. Il nome di queste polpette è Benimochi, da cui poi si ricava una tintura ottenuta dalla fermentazione e dall’essiccazione dei fiori, richiede molto tempo e fatica.
Si dice che il cartamo abbia avuto origine in Egitto e sia stato introdotto in Giappone attraverso la Via della Seta durante il periodo Asuka, dopodiché si sia diffuso in tutto il Giappone, principalmente nella regione del Kinki.
Dalla metà del periodo Edo in poi, iniziò a essere coltivato su larga scala nella regione di Mogami nella prefettura di Yamagata, e il cartamo prodotto in quella regione era considerato uno dei due principali coloranti del periodo Edo, insieme alla pianta dell’indaco Awa coltivata nella prefettura di Tokushima.
E’ così popolare che si è guadagnato il nome derivato dalla pianta: Beni-iro (color cartamo) o kurenai il nome più antico. La sua lavorazione abbiamo detto è complessa e costosa e l’utilizzo come colorante era appannaggio delle persone benestanti. Si dice che fosse usato come colorante per tingere gli abiti delle persone di alto rango e come colorante rosso per il trucco delle donne che servivano la corte. Spesso nelle rappresentazioni Ukiyo-e si vede fare capolino un nagajuban (indumento intimo) rosso, colorato proprio col cartamo.
Proprietà e utilizzi del Cartamo
Dal Cartamo non si ricava solo tintura. L’infuso di cartamo, ad esempio, viene utilizzato per le affezioni a carico delle alte vie respiratorie (tosse e raffreddore) mentre l’olio vanta proprietà purganti e trova impiego nelle patologie dell’apparato intestinale.
Il cartamo, grazie all’elevata concentrazione vitaminica, inoltre è ingrediente principe di un gran numero di integratori alimentari, mentre in cucina se ne ricava olio e si utilizza la polvere per ottenere lo “zafferano finto” ovvero una polvere colorante che però condivide solo il colore con lo zafferano vero, non possedendone il sapore.
Già utilizzato fin dai tempi più antichi per le sue colorazioni brillanti, il cartamo viene anche impiegato come pigmento di scena nell’antico teatro giapponese, ad esempio per il trucco da demone, mentre la pianta oggi interviene fattivamente nella produzione cosmetica. Il cartamo, in effetti, viene impiegato nella realizzazione di belletti e rossetti mentre l’olio è un vero concentrato di lusso che trovo ampio utilizzo per trattamenti di bellezza. Non dimentichiamoci che veniva utilizzato anche per i rossetti delle geisha!
A Tokyo c’è il museo del pigmento estratto dal cartamo – il Beni – , una visita che vi consigliamo se vi interessa saperne di più su questa pianta speciale e sulla tradizione del suo utilizzo:
ISEHANHONTEN
K’s Minami Aoyama Building,
6-6-20 Minami Aoyama,
Minato-ku,Tokyo, 107-0062, JAPAN
https://www.isehanhonten.co.jp/en/
Appuntamento al 31 maggio!