A volte, anche quando amiamo un luogo, non possiamo restare per sempre. La famiglia che ci aspetta, gli impegni di lavoro, i soldi che finiscono… ci ricordano che prima o poi dovremo salutare il Giappone e tornare a casa.
Alcune delle cose giapponesi di cui sentiamo la mancanza sono immediatamente ovvie, ma altre si paleseranno settimane o mesi dopo il nostro ritorno. Oggi diamo un’occhiata alle 20 piccole cose (in rigoroso ordine sparso) che il Giappone fa così bene da far farle sognare agli stranieri.
Ho messo insieme questo elenco raggruppando le risposte di scrittori di Rocketnews24 e parlando con diverse persone recentemente tornate in patria dopo aver vissuto in giappone per periodi che vanno dai 6 mesi ai 10 anni.
Sfrutta al massimo queste cose mentre sei li, perchè ti mancheranno una volta lasciato il Giappone!
1. E infine… la musichetta di “bambini è ora di tornare a casa”
Similmente alle campane che un tempo suonavano nei templi all’inizio del tramonto, molte città e villaggi giapponesi usano il loro vecchio sistema di altoparlanti pubblici per suonare una musichetta, “iriai no kane” (入り相の鐘), per avvisare i bambini che è ora di tornare a casa (è anche un modo per controllare il sistema di altoparlanti, in modo da assicurarsi che funzionino durante le emergenze). Dove vivevo ogni giorno suonavano una versione stile ascensore di “Let it be” dei Beatles alle 17:30 (alle 17 in inverno). Dopo un paio d’anno l’hanno sostituita all’improvviso con la fastidiosamente orecchiabile “It’s a small world”. Gli “iriai no kane” uno dei bei pezzi di Giappone che molti stranieri perdono una volta tornati a casa, ovviamente a meno che dove vivevano non lo suonassero anche alle 6 del mattino.
originale in inglese di Philip Keddle
Ogn”i”una?
Grazie Matteo, abbiamo corretto il refuso!