Shin Godzilla (シン・ゴジラ Shin Gojira) è un film giapponese del 2016 scritto dal regista Hideaki Anno. La regia è sempre di Anno insieme a Shinji Higuchi, a sua volta ideatore degli effetti speciali.
Godzilla – il protagonista
Godzilla non è certo una novità nel panorama cinematografico giapponese. Il suo primo film è del 1954 e, includendo Shin Gojira, ha all’attivo 34 film ufficiali prodotti dalla Toho, due blockbuster americani e 3 film d’animazione prodotti da Toho e Polygon Pictures (“GODZILLA – il pianeta dei mostri”, “GODZILLA – Minaccia sulla città” e “GODZILLA Mangiapianeti” visibili su Netflix). I suoi camei nelle altri produzioni sono innumerevoli, cito solo l’episodio dei Simpson in Giappone.
Per i pochi che non conoscono l’iconico lucertolone, Godzilla è un incrocio di 3 dinosauri (iguanodonte-tirannosauro con la schiena di uno stegosauro). La pelle è simile a quella degli alligatori ed è stata scelta perchè ricorda le cicatrici dei superstiti di Hiroshima. Le dimensioni sono variabili, inizialmente era alto 50 metri, per arrivare a 100-120 metri. Nei film d’animazione è arrivato a ben 300 metri. Anche le sue origini e motivazioni sono mutevoli a seconda delle esigenze di copione. L’idea originale era di personificare la natura che si ribella allo scempio nucleare, un antieroe da sconfiggere. Da “Gidorah il mostro a tre teste” (1964) Godzilla si è trasformato in eroe che difende il Giappone (e la terra) da altri mostri (kaiju), tema ripreso anche nell’ultimo film holliwoodiano (Godzilla del 2014).
Proprio il termine Kaiju (mostri misteriosi) è diventato un genere cinematografico. Negli anni Godzilla si è battuto contro King Kong, King Ghidorah (drago a 3 teste e 2 code), Mothra (una mega falena), dei robot, Gigan e anche con Mecha Godzilla, il suo alter ego meccanico. A volte si è anche alleato con loro per battere nuovi nemici, una dinamica simile ad un altro amato spettacolo giapponese, il wrestling. Molti di questi mostri hanno ispirato i cattivi di varie serie robotiche soprattutto quelli di Go Nagai.
Prima di parlare del film ricordo la spiegazione del nome: Gojira è l’insieme di gorilla (gorira) e balena (kujira). Originariamente l’idea era proprio di fondere questi due animali. Successivamente è stato scelto di farlo assomigliare ad un dinosauro, ma il nome è stato mantenuto. Traducendolo in inglese il nome si pronuncia God (dio) e poi similmente a gorilla. Nel parlare comune godzillesco è diventato un modo di esagerare qualcosa tipo cat-zilla per indicare un gatto esageratamente grande.
Hideaki Anno – l’autore
Dopo questa piccola descrizione del personaggio principale del film Shin Godzilla è giusto spendere qualche parola sullo sceneggiatore e regista del film Hideaki Anno.
Anno è nato nel 1960 e poco più che ventenne partecipò come animatore alla produzione di Laputa castello nel cielo dello studio Ghibli. Negli anni ha lavorato su progetti dello studio Gainax da lui fondato insieme ad alcuni ex compagni di scuola e a progetti di altri studi. Cito il lungometraggio una tomba per le lucciole di Isao Takata (1988) e la serie Nadia – il mistero della pietra azzurra.
L’opera per cui è forse più noto è stata Neon Genesis Evangelion (Shin seiki Evangerion, il vangelo del nuovo secolo), una serie che ha segnato più di una generazione. Tutt’oggi, a distanza di quasi 25 anni dall’uscita, in Giappone si trovano ovunque gadget di Evangelion o oggetti con l’estetica ispirata al celebre Eva01: spigolosa e colorata di viola e verde acido. Fino al 2018 si poteva anche viaggiare su di uno shinkansen Eva01.
Shin Godzilla – Il film
Già nel titolo il film ha molto di Anno: Shin vuol dire “nuovo”, ma anche “vero” e “divinità”. Si può quindi leggere sia come “il nuovo Godzilla” che “il vero Godzilla” che “il dio Godzilla”. Anno ha usato lo stesso gioco di parole con Evangelion che si poteva intendere sia come il “vero vangelo” che il “nuovo vangelo”. Solo su questa frase sono stati versati ettolitri di inchiostro e milioni di byte in rete.
La trama è abbastanza semplice e non temo di fare troppi spoiler: nella baia di Tokyo avvengono dei cedimenti nei tunnel autostradali. Inizialmente il governo pensa siano stati generati da un terremoto o da altri fenomeni naturali, ma presto si scopre che sono provocati da gigantesco mostro.
Fin qui siamo nel solco dei vecchi copioni: appare un mostro (Godzilla) da sconfiggere, oppure appare un altro mostro (tipo Mothra) e gli umani provano a ucciderlo senza successo finchè non arriva Godzilla che si sveglia, ancora sonnolento e infastidito lo distrugge e poi torna alla sua siesta.
Ecco, in questo film il mostro contro cui combattere è la burocrazia. Un titolo adatto potrebbe essere “Godzilla contro i burocrati“, ma Anno sarebbe stato troppo esplicito nelle sue intenzioni e ha preferito sottintendere chi fosse il nuovo Godzilla per il Giappone. Forse anche per questo lo stile è volutamente ispirato ai film degli anni 60 con effetti speciali scarsi e mostro molto pupazzoso. Godzilla non ha il pelo, altrimenti potremmo descriverlo come un peluche alto 100 metri che spara raggi atomici da vari orifizi. Del resto il mostro devasta la città inconsapevolmente: Godzilla sta solo facendosi una passeggiatina post prandiale ed è colpa degli umani essersi fatti la casa sul suo giardinetto. Il vero mostro è la burocrazia che non sa reagire a qualcosa di nuovo ed imprevisto. Una citazione per tutte: “Queste contromisure non sono contemplate dal manuale di pronto intervento”.
Anno ha usato Godzilla per lanciare una feroce critica all’apparato statale giapponese e al suo modo di gestire gli eventi imprevedibili come lo tsunami del 2011 e il conseguente disastro di Fukushima. Il sistema giapponese è strettamente gerarchico e formale, la classe politica, soprattutto agli alti livelli, è inoltre sostanzialmente geriatrica. Questi fatti rendono sostanzialmente impossibile gestire fluidamente eventi imprevisti adattando velocemente le risorse disponibili.
Nel film anche nella realizzazione del piano “anti Godzilla” procede in maniera ordinata e burocratica. Le “armi” che schiera il Giappone sono quelle che ha schierato anche nella vita reale: i treni e tante betoniere ed autopompe guidate da operai che come moderni samurai sono disposti a dare la vita per proteggere il paese.
Lo stile, in pieno Hideaki Anno, ne riprende la fotografia e sopratutto i cartelli, che pongono una didascalia a qualsiasi cosa, tant’è che qualcuno ne ha perfino creato un Tumblr specifico, dedicato ai titoli inseriti nel film.
Il film in Giappone ha vinto moltissimi premi, nel resto del mondo forse non è stato pienamente capito.
Se volete vederlo si trova su Amazon Prime video. Ricordiamo che tutti gli abbonati ad Amazon Prime hanno incluso anche il servizio prime video.
I film d’animazione del 2017 li trovate invece su Netflix: GODZILLA – il pianeta dei mostri, GODZILLA – minaccia sulla città, GODZILLA mangiapianeti. Le storie di questi film d’animazione sono un po’ più tradizionali, ma decisamente godibili.
Chiara ne ha parlato diffusamente in una divertente diretta su Instagram, se siete curiosi, eccola qui:
Che posso dirvi ancora? Buona visione!