Ieri mi sono arrivati un po’ di fumetti nuovi da leggere e di cui fare una recensione. Ho cominciato con questo Henshin di Ken Niimura ed edito da Bao Publishing perchè era un volume unico, mi sembrava una lettura facile e intrigante.
Si tratta di un bel tomo di quasi 300 pagine, composto da 13 brevi storie. Alcune sono legate e raccontano lo strano rapporto tra l’autore e i gatti, altre sono fine a se’ stesse. I toni sono leggeri e danno una visione molto positiva della vita, anche se toccano argomenti adulti e in alcuni casi molto “pesanti” come il bullismo (tema già presente in i kill giants) e il rapporto con gli stranieri. Un argomento molto particolare sono i rapporti interpersonali tra giapponesi, un cosa che affascina e incuriosisce chiunque non sia giapponese di nascita.
Come dicevo nel volume c’è molto altro. Vengono toccati molti elementi poco piacevoli del Giappone e dei giapponesi con il tocco ironico che solo una persona non completamente giapponese può dare.
Un esempio è Niente più bugie: un riassunto del rapporto tra i giapponesi e i gaijin (gli stranieri – termine sprezzante, dalla contrazione di gaikokujin, persona straniera): in un solo baloon Niimura riesce a condensare anche il rapporto tra giapponesi e gli Hāfu (ハーフ) ovvero i figli di coppie miste. Gli Hāfu (nippo-“restodelmondo”) sono visti più come stranieri che come giapponesi. Una cosa che, tristemente, si sta diffondendo anche qui in Italia. Troppi vedono solo i tratti esterni da asiatico, africano o sudamericano in ragazzi nati e cresciuti nel nostro paese.
In diversi casi il messaggio del racconto è volutamente ambiguo e indefinito, lascia a noi lettori l’interpretazione e rileggendo un racconto due o tre volte potreste cambiare idea. Scrivo questo pensando a “Il diario della prima neve“, pagine senza parole, senza una voce narrante. Fatto solo di sguardi, espressioni e immagini. Anche i tanti racconti incentrati sul disegnatore sembrano essere solo aneddoti di vita vissuta, ma sono pieni di piccole sottigliezze e frasi che sicuramente chi ha amici giapponesi o ha vissuto in Giappone riconoscerà come frequenti e reali stereotipi.
Lo stile del disegno è peculiare. A prima vista mi è quasi difficile inquadrare Niimura tra i manga. Il suo tratto ricorda molto quello di tanti fumettisti europei, soprattutto i francesi o, per certi versi, il nostro Zerocalcare. Ciò nonostante i dettagli che sceglie di inserire nelle tavole sono supergiapponesi: dal corvo al coniglietto kawaii, gli ambienti, le semplici pennellate che usa per fare un anguria sono tutti riconducibili ad una estetica ed un’iconografia ben precise.
Ho finito il libro velocemente per poi rileggermi alcune storie e godermi i dettagli. Ci si innamora velocemente dei personaggi e si vorrebbe sapere di più su cosa succede loro dopo la fine del racconto. Per ora mi accontento di fantasticare e di leggermi le altre opere di questo autore appena scoperto.
Ken Niimura è l’abbreviazione di José María Ken Niimura del Barrio nato nel 1981 a Madrid. Si è diplomato alla Scuola di Arte La Palma di Madrid. La sua opera più nota è “I kill giants”, novella di Joe Kelly di cui Netflix ha prodotto anche un film. Attualmente Niimura è impegnato nella webzine Umami.
Potete comprare il libro Henshin qui, anche in versione ebook
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