Ieri mi sono arrivati un po’ di fumetti nuovi da leggere e di cui fare una recensione. Ho cominciato con questo Henshin di Ken Niimura ed edito da Bao Publishing perchè era un volume unico, mi sembrava una lettura facile e intrigante.
Si tratta di un bel tomo di quasi 300 pagine, composto da 13 brevi storie. Alcune sono legate e raccontano lo strano rapporto tra l’autore e i gatti, altre sono fine a se’ stesse. I toni sono leggeri e danno una visione molto positiva della vita, anche se toccano argomenti adulti e in alcuni casi molto “pesanti” come il bullismo (tema già presente in i kill giants) e il rapporto con gli stranieri. Un argomento molto particolare sono i rapporti interpersonali tra giapponesi, un cosa che affascina e incuriosisce chiunque non sia giapponese di nascita.
Uno zio rapinatore, un gatto invisibile, un papà con i superpoteri.
Dalla quarta di copertina
Giorni normali di vite straordinarie nel Giappone di oggi
Come dicevo nel volume c’è molto altro. Vengono toccati molti elementi poco piacevoli del Giappone e dei giapponesi con il tocco ironico che solo una persona non completamente giapponese può dare.
Un esempio è Niente più bugie: un riassunto del rapporto tra i giapponesi e i gaijin (gli stranieri – termine sprezzante, dalla contrazione di gaikokujin, persona straniera): in un solo baloon Niimura riesce a condensare anche il rapporto tra giapponesi e gli Hāfu (ハーフ) ovvero i figli di coppie miste. Gli Hāfu (nippo-“restodelmondo”) sono visti più come stranieri che come giapponesi. Una cosa che, tristemente, si sta diffondendo anche qui in Italia. Troppi vedono solo i tratti esterni da asiatico, africano o sudamericano in ragazzi nati e cresciuti nel nostro paese.
![henshin recensione ken niimura](https://www.ohayo.it/wp-content/uploads/2020/07/henshin-31.jpg)
In diversi casi il messaggio del racconto è volutamente ambiguo e indefinito, lascia a noi lettori l’interpretazione e rileggendo un racconto due o tre volte potreste cambiare idea. Scrivo questo pensando a “Il diario della prima neve“, pagine senza parole, senza una voce narrante. Fatto solo di sguardi, espressioni e immagini. Anche i tanti racconti incentrati sul disegnatore sembrano essere solo aneddoti di vita vissuta, ma sono pieni di piccole sottigliezze e frasi che sicuramente chi ha amici giapponesi o ha vissuto in Giappone riconoscerà come frequenti e reali stereotipi.
Lo stile del disegno è peculiare. A prima vista mi è quasi difficile inquadrare Niimura tra i manga. Il suo tratto ricorda molto quello di tanti fumettisti europei, soprattutto i francesi o, per certi versi, il nostro Zerocalcare. Ciò nonostante i dettagli che sceglie di inserire nelle tavole sono supergiapponesi: dal corvo al coniglietto kawaii, gli ambienti, le semplici pennellate che usa per fare un anguria sono tutti riconducibili ad una estetica ed un’iconografia ben precise.
![henshin recensione ken niimura](https://www.ohayo.it/wp-content/uploads/2020/07/henshin-261.jpg)
Ho finito il libro velocemente per poi rileggermi alcune storie e godermi i dettagli. Ci si innamora velocemente dei personaggi e si vorrebbe sapere di più su cosa succede loro dopo la fine del racconto. Per ora mi accontento di fantasticare e di leggermi le altre opere di questo autore appena scoperto.
Ken Niimura è l’abbreviazione di José María Ken Niimura del Barrio nato nel 1981 a Madrid. Si è diplomato alla Scuola di Arte La Palma di Madrid. La sua opera più nota è “I kill giants”, novella di Joe Kelly di cui Netflix ha prodotto anche un film. Attualmente Niimura è impegnato nella webzine Umami.
Potete comprare il libro Henshin qui, anche in versione ebook
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