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La nuova tassa sul turismo in Giappone dal 2019

Il Giappone investirà 40 miliardi di ¥ all'anno nel turismo con una nuova tassa sulle partenze

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A partire dal gennaio 2019 il Giappone applicherà una tassa di 1.000¥ (7,5€ al cambio attuale) a chiunque esca dal paese. La nuova tassa servirà per finanziare le infrastrutture e la promozione del turismo, visti i record degli arrivi internazionali.

Il settore turistico è uno dei pochi in crescita in Giappone e tende a ingrandirsi rapidamente. Il governo ha come obiettivo raggiungere i 40 milioni di visitatori internazionali annui per il 2020 (anno delle olimpiadi di Tokyo) e i 60 milioni per il 2030. Per raggiungere questi obiettivi, quindi, lo stato ha necessità di avere altri fondi per aggiornare la rete turistica.

Anche se l’importo individuale della tassa non è elevato, alcuni funzionari del settore viaggi hanno espresso preoccupazione per la possibilità che la tassa possa disincentivare il turismo, soprattutto per chi viaggia con compagnie low cost.

Ecco quindi alcune domande e risposte sulla nuova tassa prevista per il 7 gennaio 2019:

Da dove è arrivata l’idea?

L’idea di tassare i turisti mentre lasciano il paese è arrivata durante l’estate, quando è stato riferito che il governo stava considerando delle soluzioni per il turismo. Il capo del gabinetto Yoshihide Suga, desideroso di dare maggior impulso al turismo, è il promotore dell’idea.

A seguito delle analisi, in settembre l’agenzia turistica del Giappone ha convocato un gruppo di esperti per discutere i metodi con cui aggiornare le infrastrutture turistiche.

In soli due mesi di dibattiti ed confronti con le aziende di settore, in novembre la commissione ha redatto una proposta in cui consiglia al governo di istituire una tassa sulla  “partenza” (intesa come persone che lasciano il paese). Nella proposta è anche scritto che l’importo dovrebbe essere di “non più di 1000 Yen” a persona e deve essere introdotta prima delle olimpiadi a Tokyo nel 2020.

Il piano ha ottenuto l’approvazione dalla commissione delle imposta del Partito liberal democratico, senza molta opposizione, ed è stato incluso nella piano di riforma fiscale per il 2018 pubblicato giovedì scorso. 

Una tale velocità decisionale ha suscitato delle domande da parte di alcuni esperti sull’esistenza di una vera discussione riguardo alla necessità della nuova tassa. Sono state anche poste domande sul fatto che il governo abbia cercato altri modi per aumentare le risorse nell’ambito del bilancio esistente.

Nel 2016 circa 40 milioni di persone hanno visitato il Giappone, quindi la nuova tassa potrebbe generare 40 miliardi di Yen all’anno, ovvero quasi il doppio del budget iniziale per l’agenzia del turismo nell’anno fiscale 2017.

Chi deve pagare la tassa sulla partenza?

La tassa verrà pagata sia dai giapponesi che dai non giapponesi che lasciano il paese. L’importo dovrebbe essere incluso nel costo dei biglietti aerei o delle navi. La tassa non verrà applicata a chi resta in Giappone per meno di 24 ore (ad esempio scali aerei). 

Come verranno spesi gli introiti?

Le autorità dicono che verranno spesi per finanziare attività relative al turismo e creare un ambiente più accessibile ai visitatori internazionali.

Comunque non è stato specificato nulla, alcune idee proposte dalla commissione sono di migliorare le procedure di sicurezza adottando le ultime tecnologie, velocizzare le procedure di immigrazione, installare più hot-spot per la Wi-Fi gratuita e di aumentare la segnaletica multilingua, specialmente nelle aree rurali.

Nel 2016 l’Agenzia del turismo giapponese ha condotto un sondaggio sui turisti stranieri. Il problema più sentito è la difficoltà di comunicazione nei ristoranti e nelle altre strutture. Riferendosi a tale sondaggio il capo dell’agenzia, Akihiko Tomura, ha detto che dovrebbero essere utilizzate soluzioni più high-tech.

Un’altra idea per utilizzare le entrate è volta ad aiutare i giapponesi che viaggiano all’estero. Jiji Press ha riferito che l’agenzia turistica sta valutando la possibilità di creare un sistema atto a confermare rapidamente la sicurezza dei viaggiatori giapponesi durante le emergenze.

Secondo l’agenzia il numero di visitatori in entrata ha raggiunto il record di 24,04 milioni l’anno scorso, con un incremento del 21,8% rispetto all’anno precedente.

Quest’anno il numero dovrebbe raggiungere i 28 milioni. Insieme con l’aumento di presenze, la spesa dei turisti è arrivata a 3,75 miliarti di Yen rispetto all’1,08 miliardi del 2012.

Altri paesi hanno tasse simili?

Molti paesi hanno adottato soluzioni simili anche se sotto diversi nomi.

L’Australia applica 60 AU$ (5200¥) come tassa di uscita, chiamandola Passenger Movement Charge.

Gli Stati Uniti chiedono 14$ (1.570¥) ai viaggiatori internazionali provenienti dai paesi appartenenti al suo programma di esenzione dall’obbligo di visto (ESTA). Insomma, se andate negli USA con visto pagate la pratica, altrimenti 14$. 

L’Air Passenger Duty (APD) del Regno Unito costa ai viaggiatori in partenza tra 13 e 450£ (per paragone in yen tra 1.860 e 62.600). Le tariffe si differenziano in base alla distanza del volo e alla classe in cabina, cercando di raccogliere di più dai viaggiatori facoltosi. Nel 2015 tale tassa ha generato circa 3,1 miliardi di sterline, circa 10 volte quello che vuole ottenere il Giappone.

Infine la Corea del Sud impone una tassa di partenza di 10.000 won (960¥) per chi viaggia in aereo.

Ci sono altre tasse legate al turismo?

Il governo metropolitano di Tokyo e la prefettura di Osaka hanno delle tasse di soggiorno che costano da 100 a 300¥ al giorno e servono a finanziare la promozione turistica e relative attività. 

Kyoto, che ha visto esplodere il numero dei visitatori internazionali, pianifica di adeguarsi a Tokyo a partire dal prossimo ottobre. 

Nell’anno fiscale 2016 Tokyo ha raccolto un totale di 2,5 miliardi di yen.

Osaka, che ha introdotto la tassa di soggiorno l’anno scorso, si aspetta di raccogliere 1,1 miliardi di Yen all’anno. Alcuni governi municipali applicano un cosiddetta “tassa di balneazione” di circa 150¥ a persona.

La nuova tassa sul turismo in Giappone dal 2019 ultima modifica: 2017-12-20T23:35:13+01:00 da nicola
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Ama la fotografia, il buon cibo e viaggiare quando puo'. Ha conseguito la certificazione "Wset level 1 award in sake". Molto impropriamente il primo livello del sake somellier (su due).

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