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Mappe per turisti: come cambiano i simboli in Giappone

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Qualche anno fa, la Geospatial Information Authority giapponese ha deciso di rimescolare un po’ le mappe turistiche. Per andare incontro al gran numero di turisti stranieri, infatti, sono state realizzate delle mappe apposta con dei simboli completamente nuovi.

Come cambiano i simboli delle mappe giapponesi?

Questo cambiamento è stato dettato dalle sempre più alte percentuali di turisti stranieri, tanto più con le Olimpiadi di Tokyo 2020 alle porte. Secondo l’autorità giapponese, è importante avere mappe di questo tipo, per non creare fraintendimenti fra i turisti. Il che suona un po’ come ‘maps for dummies’, ma c’è effettivamente stato qualcuno che ha fatto una gran confusione e ha trovato addirittura offensivi alcuni simboli. Vediamo un attimo cosa è cambiato e perché.

La H di hotel diventa un omino che dorme in un letto, poiché ricorda il simbolo di eliporto. La croce che indica una chiesa può essere scambiata per un cimitero, mentre il simbolo di ospedale ricorda uno scudo. Segue uno dei più tipici simboli, quello dell’ufficio postale 〒, che pare mandi in crisi molti turisti; il simbolo deriva da un termine giapponese usato nel diciannovesimo secolo e che significa ‘comunicazione’.  Stessa sorte per la gigantesca X dei koban, che rappresenta due sfollagente incrociati: ora c’è un poliziotto che saluta.Oltre a modificare i simboli esistenti, ne sono stati aggiunti di nuovi. Infatti, mentre non troverete segnalati Bancomat, konbini, supermercati, ristoranti e bagni pubblici sulle mappe in giapponese, sono stati aggiunti alle mappe per stranieri per facilitare l’orientamento e la vita. 

Al contrario, nonostante qualcuno abbia pensato che il simbolo di onsen sembrasse una zuppa e quindi indicasse un posto dove mangiare (un qualche non meglio identificato ristorante ’tipico’?), quello è rimasto uguale.
(Note: è stato introdotto un nuovo simbolo per le onsen, di adozione facoltativa, eccolo qui) 

Il problema della svastica in Giappone

Il problema più grande viene dal manji 卍, che rappresenta i templi buddhisti, e la cui sostituzione con una pagoda è ancora in discussione. Questo simbolo è stato parte della cultura giapponese dall’introduzione del Buddhismo circa 1500 anni fa; venne utilizzato per indicare templi sulle mappe a partire dal periodo Meiji (1868-1912). 

Simbolo Manji su una lanterna al tempio di Asakusa, Tokyo.

Esistono due tipi di svastica: una le cui punte sono rivolte a destra (in senso orario) e una con le punte rivolte a sinistra (in senso antiorario). Entrambe sono considerate sacre, ma sono usate per indicare idee diverse, come le due facce di una medaglia. Facendo un brevissimo sommario, il simbolo con le punte a destra indica benessere e prosperità, quello con le punte a sinistra tutto il contrario. Nell’Induismo viene usata quella con le punte a destra. Nel Buddhismo, viene usato il simbolo con le punte a sinistra per indicare la distruzione dell’ego (e/o dei vizi di una persona), che si ritiene causa di tutti i mali.

“Svastica” è l’italianizzazione dell’antico termine sanscrito svastika a sua volta derivato dal sostantivo neutro svastí che significa benessere, successo, prosperità.

Negli ultimi anni è una moda, specialmente tra i più giovani, usare il ‘manji’ all’inizio o alla fine di una frase, per creare enfasi. Per lo stesso motivo, è facile trovare questo kanji un po’ dappertutto online, sia sui social network che su app di foto o chat. Si dice anche che si avrà fortuna passando per una strada che ha questo kanji. 

È bene ricordare che nella cultura giapponese questo simbolo non è mai stato usato o associato alle discriminazioni razziali. Il primo uso ‘filonazista’ e antisemita si deve a Adolf Lanz; questo signore comprò un gioiello con incisa una svastica induista e decise di farne il simbolo della sua organizzazione pseudo-religiosa. Da qui poi si evolse come la conosciamo oggi. Noterete infatti la diversa disposizione dei due simboli: il manji giapponese ha le punte a sinistra ed è posto all’interno di un quadrato; la svastica nazista ha le punte a destra ed è inclinata a 45°.

È ancora in discussione se introdurre questa nuova simbologia anche sulle mappe in giapponese. I giapponesi sembrano infatti divisi tra chi pensa che sia meglio cogliere l’occasione e modificare tutto, e chi vuole che i simboli tradizionali restino. Vale la pena far notare che se usate il GPS sul vostro smartphone, il servizio vi farà comunque vedere la mappa con i simboli tradizionali, o al massimo un misto di questi e di quelli del servizio stesso.

È buona cosa informarsi sullo stato in cui viaggerete, comprendendo anche questi piccoli aspetti di vita quotidiana. Il bello di viaggiare è scoprire e imparare cose nuove: se tutto fosse come a casa, che senso avrebbe?

Voi che ne pensate?

Mappe per turisti: come cambiano i simboli in Giappone ultima modifica: 2019-04-10T18:28:12+02:00 da Eleonora D'Uva
Eleonora D'Uva
Eleonora D'Uvahttp://www.elleofakind.com
Appassionata di cultura e storia giapponese, ama perdersi nelle vie di Tokyo a scoprire cose nuove.

3 Commenti

  1. Ciao! Grazie per questo articolo molto interessante!
    Non ho ben capito quale sia il manji in senso orario o antiorario, per me uno è riflesso all’altro, ma non riesco ad associarli in questo senso, quindi effettivamente non ho capito a quali dei due fai riferimento. Per cortesia potresti inserire delle piccole immaginette esplicative? Grazie
    In secondo luogo, credo che un aggiornamento dei simbolini non faccia mai troppo male, ma condivido con te che bisognerebbe informarsi un minimo prima di partire. Il Manji, ad esempio non andrebbe eliminato, perché è comunque presente un po’ dappertutto ed eliminandolo si andrebbe a creare solo confusione. Forse aggiornato sì, magari mettendolo sopra ad una struttura come il nuovo simbolo per le chiese.
    Secondo me, il turista ignaro rimarrebbe scioccato alla vista della “svastica” e, secondo me, sarebbe per lui un’ottima occasione di imparare una nuova cosa; durante il viaggio stesso o una volta tornato a casa. 🙂

  2. Ciao Valentina!
    il manji è questo 卍 e lo trovi come simbolo in Giappone sia sulle mappe sia su lanterne, statue e altri oggetti religiosi buddhisti in giro per i templi. Quando diciamo con le punte a sinistra intendiamo questo 卍, che è il più diffuso.
    Personalmente credo che non si dovrebbero cambiare i simboli tradizionali, specialmente quello del manji dato che più che altro verrà fatto per evitare “spiacevoli fraintendimenti” coi turisti, penso piuttosto che il turista debba informarsi sempre e comunque del paese che visita e che comprende anche questo aspetto. Purtroppo però capisco anche che con l’ondata turistica prevista per i mondiali di Rugby, le olimpiadi del 2020 e l’Expo di Osaka del 2025, si sia dovuta dare una rinfrescata ai simboli, specie per i più ostici: ad esempio il simbolo di hotel, per armonizzarlo con quelli internazionali, dato che il simbolo giapponese con l’H sembra più riferirsi alla piattaforma per elicotteri. Anche quella per la polizia è bene che venga adeguato agli standard internazionali, perchè magari può essere utile capire al volo quando serve per qualche emergenza, specie in un paese dove si scrivono i cartelli in kanji piuttosto che in alfabeto occidentale. Insomma io credo che un po’ di modernità sia necessaria ma non sono assolutamente d’accordo sulla diatriba degli ultimi tempi che vede addirittura alcuni che vorrebbero cancellare il manji non solo dalle mappe ma anche dai simboli religiosi (dalle statue!!) per non essere associati con la svastica nazista. Il Manji esiste come simbolo religioso e di pace da centinaia di anni, basta capirlo e se un turista non lo capisce beh.. forse ha problemi più grandi di cui preoccuparsi 🙂

  3. Ciao Chiara! Grazie mille per la tua risposta e per avermi indicato il simbolino corretto “for dummies” come me. Preferisco sempre fare una domanda in più, che avere dubbi.
    Sono assolutamente d’accordo con te. Io sono quel genere di persona che non riesce a godersi la visita di un luogo senza sapere nulla di ciò che guarda. Prima di un viaggio studio persino la storia geologica della mia meta, se è all’estero.
    Sfortunatamente non sono ancora stata in Giappone, che ormai sogno da oltre 10 anni, ma spero di mettervi piede al più presto e godermi il viaggio sotto ogni punto di vista!
    Grazie mille da una vostra fan, lettrice e “followatrice” su instagram XD

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