Il 2019 sarà l’anno del tramonto dell’era “della pace realizzata”, in giapponese era Heisei, inaugurata nell’ormai lontano 1989. A sancirlo l’abdicazione del 125° imperatore Akihito, figlio di Hirohito, evento unico che vedrà protagonista il Trono del Crisantemo in ben due secoli. L’evento, previsto per il 30 aprile 2019, è scaturito dalla convinzione espressa dallo stesso Akihito che l’età avanzata (84 anni compiuti lo scorso 23 dicembre) rappresenti un impedimento al pieno compimento del ruolo costituzionale a cui è chiamato l’imperatore in Giappone, quale simbolo dello Stato e dell’unità del popolo.
L’imperatore Heisei passerà dunque il testimone al suo legittimo successore, il Principe della Corona Naruhito, primogenito della coppia imperiale formata da Akihito e Michiko.
A rendere ancora più unico questo storico passaggio la volontà del Governo giapponese di applicare la nuova legislazione solo all’imperatore al trono dal 1989, evitando così di delineare un sistema che possa ripetersi in futuro all’interno della Famiglia imperiale. L’attuale era Heisei lascerà dunque spazio a una nuova epoca che prenderà corso il 1° maggio 2019 con un differente nome, cosiddetto “gengoo” che nel Giappone moderno dura quanto il regno dell’imperatore e viene ampiamente utilizzato su calendari e documenti ufficiali della Nazione, unitamente al sistema tradizionale occidentale dettato dal calendario gregoriano.
Una storia quella del gengoo che affonda le sue radici nel settimo secolo. Prima di Heisei, le moderne ere giapponesi hanno preso i nomi di Meiji (1868-1912), Taisho (1912-1926) e Showa (1926-1989), diventando familiari nella vita quotidiana di tutti i giapponesi. Non risulta quindi difficile a credere che tutti i sudditi del semidio Akihito (tanto viene considerato l’imperatore dal suo popolo ancora oggi nel Giappone contemporaneo) stiano aspettando con trepidazione la salita al trono de Principe della Corona Naruhito. Il nome di quest’ultimo sarà indissolubilmente legato a quello della prossima era così come accaduto nei secoli per i suoi predecessori. Senza dubbio, considerando la tradizione, dovrà trattarsi di un nome che incontri il favore e il “gusto” dei sudditi e che ben si sposi con le abilità di memorizzazione del popolo giapponese. A sceglierlo non sarà il futuro imperatore, come avveniva storicamente prima della Seconda Guerra Mondiale, ma ufficialmente responsabile della scelta è il gabinetto di Governo. Il processo di scelta del nuovo nome comporta l’intervento di esperti in grado di elaborare una lista che comprenda nominativi semplici da scrivere e leggere, ma soprattutto che non possano essere confusi contermini già esistenti e utilizzati nel linguaggio quotidiano.
Di norma il gengoo veniva comunicato solo dopo la morte dell’imperatore, ma trattandosi questo di un caso molto particolare e addirittura unico nella storia giapponese, si ipotizza che il dubbio possa essere sciolto in anticipo, soddisfando così i più curiosi.
Le vicissitudini dei membri della famiglia imperiale giapponese sono, anche per questo fondamentale aspetto dello scandire del tempo che scorre, parte integrante della vita dei giapponesi che si preparano con la salita al Trono di Naruhito a cambiare “calendario” a metà del 2019. Diversamente da quanto ipotizzato dai media giapponesi in un primo momento alla notizia dell’abdicazione dell’imperatore Akihito infatti, il cambio al Trono non avverrà a inizio 2019. Non si otterrà in questo modo l’auspicata sincronizzazione tra il calendario “imperiale” giapponese e quello gregoriano tipico del mondo occidentale e oggi ampiamente utilizzato anche in Giappone.
Aspetto quest’ultimo che sta sollevando non poche incertezze nel Paese del Sol Levante soprattutto tra i produttori e stampatori di calendari, diari e articoli affini. Gli addetti ai lavori stanno infatti attendendo che il Governo annunci formalmente il nome scelto per la nuova era che avrà inizio il 1° maggio 2019 (il giorno seguente all’abdicazione dell’imperatore) per poter mettere in commercio senza “intoppi” i propri prodotti. In particolare i produttori che operano in questi settori guardano con attenzione alle nuove festività annuali che verranno introdotte da questo cambio, come ad esempio il giorno del compleanno dell’imperatore che attualmente si festeggia il 23 dicembre. Il principe della Corona Naruhito spegne invece le candeline il 23 febbraio, una data destinata a diventare un momento di festa e di interruzione delle attività lavorative per tutti i giapponesi. I tempi però stringono e il timore è quello di non riuscire a mandare in stampa per tempo i nuovi calendari ufficiali.
La Takahashi Shoten Co., società giapponese tra i maggiori produttori di diari e agende il cui slogan è “Insieme a te per 365 giorni”, sta pianificando per il 2019 di stampare il nome della nuova era solo se questo sarà reso noto entro gennaio 2019, periodo che coincide con l’inizio della produzione. Un annuncio tardivo potrebbe infatti mettere a dura prova queste società e creare una grande confusione tra i consumatori.
Non è solo il mondo della produzione di articoli di cartoleria a incidere in maniera diretta sulla quotidianità dei sudditi, ma a essere coinvolto è anche un altro settore con un importanti ripercussioni sociali: quello dei trasporti. Alcune società giapponesi facenti parte del Japan Railways Group utilizzano ancora oggi i nomi delle ere imperiali per elaborare i biglietti ferroviari e questo momento di passaggio sta alimentando il dibattito su se continuare in questa direzione oppure abbandonare per sempre il sistema di denominazione giapponese.
Ancora una volta dunque il Giappone è chiamato a scegliere tra la continuità con la tradizione, rappresentata dalle consuetudini legate alla Famiglia imperiale, e una nuova evoluzione, così come tra la peculiarità dei suoi sistemi millenari e l’allineamento all’orizzonte occidentale.