In questi giorni ricorre l’anniversario di nascita di una donna molto conosciuta in Giappone. Non per le sue arti, non per la sua bellezza o per la sua voce. Non per i suoi scritti o per sue scoperte. Fusako Shigenobu (重信房子), anche nota come la “regina del terrorismo”, è diventata famosa in quanto fondatrice e leader del gruppo terroristico denominato Armata Rossa Giapponese (日本赤軍, Nihon Sekigun).
Nata a Tokyo – nel quartiere di Segataya – il 28 settembre del 1945, durante gli anni del liceo si iscrisse a un’organizzazione liberale. Questo episodio che la portò a essere prima un’assidua attivista del movimento studentesco di sinistra e poi a diventarne una dei suoi principali leader. Laureatasi all’Università Meiji, si trasferì in Medio Oriente dove entrò in contatto con gruppi terroristici legati alla questione palestinese e con loro organizzò diversi attentati. Nel febbraio del 1971 si recò in Libano, e lì fondò il suo gruppo terroristico: l’Armata Rossa Giapponese. Per i successivi 30 anni, la Shigenobu rimase in Medio Oriente, collaborando con i regimi siriano, libico, nord coreano e iraniano, trovando rifugio tra gli Hezbollah libanesi e continuando a organizzare attentati.
Venne arrestata a Takatsuki (高槻), nei dintorni di Osaka, all’inizio del 2000 quando, a causa dell’arresto di quattro esponenti dell’Armata, la Shigenobu decise di rientrare in Giappone. Processata, fu condannata a 20 anni di reclusione. Nel dicembre 2008, le fu diagnosticato un tumore del colon e dell’intestinale per rimuovere il quale è stata sottoposta a più operazioni.
Oggi vive nella prigione medica di Hachioji.