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CulturaIl Sensō-ji, il tempio buddhista più antico di Tōkyō

Il Sensō-ji, il tempio buddhista più antico di Tōkyō

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La città di Tōkyō è una delle più assurde al mondo, chi ci è stato può confermarlo. Metropoli occidentale, tecnologia ovunque, schermi, luci, grattacieli, ma se giri l’angolo ecco che ti ritrovi in una stradina silenziosa al cospetto di un tempio o di qualche costruzione tipica. Un miracolo che in questa città succede spesso, lì dove pensi non possa esserci nulla, se non cemento e led, ecco che ti ritrovi immerso nella storia e nella tradizione. Esempio più grande di questo fenomeno è, senza dubbio, il Sensō-ji (金龍山浅草寺, Kinryū-zan Sensō-ji).

Sei a Tōkyō, vai verso il mare, vedi da lontano la Tōkyō Sky Tree (東京スカイツリー, Tōkyō sukaitsurī), i palazzi della birra Asahi (アサヒビール) e ti ritrovi al cospetto di questo tempio meraviglioso.

Si tratta di un tempio buddhista, il più antico di Tōkyō (東京), situato nel quartiere di Asakusa (浅草), nella parte nord-est della città e considerato uno tra i templi più importanti della metropoli giapponese. All’interno del complesso, nelle vicinanze della pagoda a 5 piani, troviamo anche un tempio shintō (神道), l’Asakusa Jinja (浅草神社), eretto in onore dei tre uomini che costruirono il Sensō-ji.
Completato nel 645, è dedicato al bodhisattva Kannon (観音), si narra che nel 628 è stata decisa la sua costruzione dopo il ritrovamento di una statua di Kannon, nel vicino fiume Sumida (隅田川, Sumidagawa), da due pescatori (i fratelli Hinokuma) e che l’allora capo del villaggio, capita la sacralità dell’evento, ha immediatamente suggerito di ergere un tempio in modo che le persone potessero pregare la divinità.
Nel Periodo Edo (江戸時代) è stato il tempio principale del clan Tokugawa (徳川). Annualmente vi si celebra il Sanja Matsuri (三社祭), una delle festività più importanti della città.

Quello che possiamo ammirare oggi, però, non è il tempio originale poiché, durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato distrutto dai bombardamenti americani su Tōkyō. Ricostruito successivamente, il Sensō-ji ora è uno dei principali simboli della città e importante meta turistica.
Una delle caratteristiche principali, l’elemento che prima di tutto balza agli occhi, quello più ritratto nelle foto, nelle cartoline, nelle immagini dedicate al tempio, è senza ombra di dubbio il Kaminarimon (雷門) – il cui nome originale è Fūraijinmon (風雷神門). È il portale d’accesso a tutto il complesso. Quello originale è stato costruito nel 941 a opera di Taira no Kinmasa. Inizialmente era situato in una posizione diversa da quella attuale ma verrà spostato nel Periodo Kamakura (鎌倉時代, Kamakura Jidai) nell’odierna posizione. Contemporaneamente, vengono aggiunte le due grandi statue delle divinità shinto Fūjin (風神) e Raijin (雷神). Nel 1865, però, il portale è stato distrutto da un grave incendio. L’attuale struttura del Kaminarimon è stata ricostruita solo nel dicembre del 1960.

Nella parte centrale del portale è posizionata la famosa lanterna – chōchin (彫金). Alta 4 metri, larga 3,4 metri e del peso di ben 670 kg, la lanterna è una delle parti più fragili di tutta la struttura. Quella attuale è stata posizionata nel 2003, in occasione del 400° anniversario dell’inizio del Periodo Edo, grazie alla donazione di Konosuke Matsushita, fondatore dell’attuale Panasonic.

Il Kaminarimon immette in una delle strade più belle e assurde di tutta la città: la Nakamise-dōri (仲見世通り). Si tratta della strada che porta dal Kaminarimon fino al cospetto del Sensō-ji. Piena di negozi nei quali si può trovare qualsiasi tipo di oggetto tipico giapponese: dai dolci tipici alle katane (刀), dai kimono (着物) alle maschere e così via. Non esiste una documentazione che attesti l’esatto momento della nascita di questa strada, si pensa che sia avvenuta all’inizio del XVIII sec., con l’ufficializzazione del permesso di costruzione di negozi nelle vicinanze del tempio. Da allora la strada è stata distrutta per ben due volte: la prima con il grande terremoto del Kantō (関東) e la seconda con i bombardamenti della guerra mondiale.

Subito dopo la fine della Nakamise-dōri troviamo un secondo portale, attraversato il quale ci troviamo davanti alla sala principale del tempio. Si tratta dell’Hōzōmon (宝蔵門). Anche questo portale è stato costruito grazie all’opera di Taira no Kinmasa, ma un’anno dopo rispetto al Kaminarimon, cioè nel 942.
Al suo interno vi possiamo ammirare due enormi statue dei Niō (仁王) – muscolosi guardiani del Buddha -, alte ben 5,45 m. A causa di ciò il portale è conosciuto anche con il nome di Niōmon (仁王門). Oltre le due statue la struttura ospita anche tre grandi lanterne, la più grande delle quali è quella centrale (alta 3,75 m, larga 2,7 m e di 400 kg di peso). Anche questa è stata riposizionata nel 2003, grazie alla donazione di 5 milioni di yen fatta dalla popolazione di Kobunachō (小舟町) – la lanterna riporta infatti il nome di tale città.
Sia queste tre lanterne, sia quella del Kaminarimon, vengono temporaneamente tolte durante il Sanja Matsuri sia per consentire l’ingresso di strutture di una determinata altezza, sia per evitare che queste possano o danneggiarsi o provocare danni.

Superato l’ Hōzōmon ci troviamo di fronte a quella che possiamo definire come la struttura più significativa del Sensō-ji, risalente al 1618: il Nintenmon (任天門). Dichiarato Patrimonio culturale dal Governo giapponese, contiene, a ogni lato, una divinità protettrice buddhista: Zōchōten (增長天) e Jikokuten (持國天).
Sulla destra del Nintenmon si trova la pagoda a cinque piani, costruita nel 1648, da Tokugawa Iemitsu (徳川家光). L’originale, invece, risale al 942 ed è, anche questa, opera di Taira no Kinmasa. Dichiarata Tesoro Nazionale nel 1911, è andata distrutta nel 1945. Al suo interno si dice siano riposte le ceneri del Buddha.

Prima di visitare Il Sensō-ji date un ripasso a come si visita un tempio giapponese.

Il Sensō-ji, il tempio buddhista più antico di Tōkyō ultima modifica: 2017-11-21T18:52:41+01:00 da Francesco D'Andrea
Francesco D'Andrea
Francesco D'Andrea
Giornalista con il Giappone nel cuore. Laureato in Lingue e Civiltà Orientali a "La Sapienza Università di Roma". Iscritto al corso di lingua giapponese dell'Istituto di Cultura giapponese di Roma. Gestisco, su Facebook, una pagina completamente dedicata alla Storia del Giappone. Amo il Giappone, la sua storia, la sua cultura e la sua cucina (ramen dipendente).

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